Il Lucet, ovvero come i vichinghi amavano giocare coi filati

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C’era una volta, secoli e secoli fa, una popolazione proveniente dal Nord Europa, di omoni grandi e grossi (forse alcuni anche cattivi), che amava indossare elmetti con grandi corna… Dovrei forse iniziare così, come una favola, questo articolo dedicato ad una tecnica antichissima, che proprio come le favole, affonda le radici nel mito e nella leggenda.

Il lucet è in pratica una forcella, oggi soprattutto in legno, ma che in passato veniva creata anche in osso o metallo, utilizzata per creare delle corde tubolari  di filato che nelle epoche vichinga e medievale venivano utilizzate sia per creare monili, sia per essere poi tessute a telaio per creare abiti e coperte.
Le caratteristiche principali della corda ottenuta dalla lavorazione a Lucet (detta luceting in inglese) è quella di essere quadrata, forte, resistente mantenedo eppure una discreta elasticità. Questa struttura è data dalla lavorazione, formata da una serie di nodi che si creano accavallando asole di fili a giri alterni su se stesse. A differenza di altre tecniche di “intreccio” di fili, come ad esempio il giapponese Kumihimo, il lucet non necessita di fili pre-misurati e pre-tagliati prima di cominciare il lavoro, e quindi può far ottenere una corda lunga quanto il metraggio di una matassa di filato permette!
Oggigiorno il Lucet è stato riscoperto soprattutto nel campo del bijoux, arricchito infatti di pippiolini, perline o altri monili viene impiegato soprattutto nella creazione di bracciali e collane. A mio avviso può essere anche un interessante nuovo modo di giocare con i filati per provare nuove lavorazioni a maglia, e magari per avvicinare i più piccoli a questo mondo.

Il lucet che ho utilizzato io nel foto-tutorial che segue è acquistabile su Amazon a QUESTO LINK al prezzo di € 9,85.
In questo tutorial vi mostrerò come io lavoro la corda base con il lucet, il mio metodo è nato dal mix di diversi metodi imparati  in giro su internet. Per seguire il tutorial, clicca sulla prima foto per aprire la galleria, e poi scorri in avanti passo passo.

L’Asciugatrice: nemica della lana?

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Si sa, in inverno si comprano i condizionatori ed in estate le asciugatrici se si vuole risparmiare un po’. Finché ho vissuto in Liguria, complici il Libeccio e la Tramontana, nemmeno ci avrei mai pensato potendo stendere anche a dicembre all’aperto,  ma da 3 anni sto facendo i conti con l’umido inverno della Pianura Padana e  lo scarso spazio in casa per stendere…così ho deciso che quest’anno, se troverò una buona offerta, l’asciugatrice entrerà nel mio bagno!

Il cotone e il lino, in particolare lenzuola e asciugamani quando vengono asciugati in queste macchine con il programma indicato, ne escono morbidissimi e vaporosi.
Avendo però molto spesso a che fare con le fibre naturali animali, mi sono posto una domanda: L’asciugatrice è davvero nemica giurata della lana?
Come sempre la mia curiosità mi ha portato a fare diverse ricerche, e la risposta è: No, se usata con criterio!

L’asciugabiancheria è un elettrodomestico costituito da un tamburo rotante attraverso il quale circola l’aria riscaldata che fa evaporare l’umidità dal carico di biancheria. Il tipo di asciugatura può essere di due tipi: a ventilazione, ovvero scarica direttamente l’aria umida all’esterno (tecnologia oramai passata e in disuso), o come nelle macchine più moderne a condensazione, ovvero l’aria passa attraverso un condensatore, dove viene deumidificata. L’acqua condensata può essere raccolta in una vaschetta (in cui viene convogliata solitamente tramite una pompa) oppure scaricata all’esterno tramite un tubicino in gomma allacciato ad uno scarico.

Diciamo subito che non tutte le asciugatrici sono adatte ad asciugare la lana naturale, così come è per molte lavatrici, dipende dalle prestazioni che la macchina offre a seconda della fascia di prezzo e della marca. Come fare dunque a capire quale asciugabiancheria è in grado di asciugare senza infeltrire e rovinare quel bellissimo maglione che vi siete fatti lo scorso inverno?
apparel_care_logosLa WoolMark Company (organismo fondato nel 1937 dagli allevatori delle pecore di Australia e Nuova Zelanda per promuovere la pura lana vergine) attribuisce alle lavatrici e asciugatrici con prestazioni migliori con la lana il proprio marchio Verde o Blu. Trovare quindi uno di questi due marchi apposti sulla macchina che volete acquistare (alcune delle migliori con questa certificazione sono la Electrolux e la Hotpoint Ariston), indica che l’asciugatrice ha un programma lana certificato che può trattare anche quei capi in lana delicatissimi che andrebbero unicamente lavati a mano e asciugati in piano. Alcuni modelli prevedono anche l’utilizzo di uno speciale cestello da inserire nella vasca per asciugare i maglioni e i pezzi più delicati.

E se la vostra asciugatrice non ha questo marchio apposto ma ha comunque un programma lana o delicati? Significa che la vostra macchina ha le prestazioni necessarie ad asciugare il panno di lana (panno, non filato 100%) e che può dunque asciugare in completa tranquillità abiti, tailleur e abbigliamento in generale, oppure maglioni e maglioncini in misto sintetico irrestringibile o super-wash (filati siliconati irrestringibili lavabili in lavatrice e asciugatrice), ma non i maglioni o maglioncini realizzati con filati 100% lana vergine o filati 100% di origine animale.

Il mio consiglio è quello, se non avete la certezza che il vostro programma lana sia certificato WoolMark, non arrischiatevi ad asciugare in asciugabiancheria i vostri maglioni in 100% lana o filati delicati e preziosi, continuando a preferire il classico metodo dell’asciugatura in piano.

IL FICHU: uno scialle dalla costruzione interessante

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Amici ed amiche, domandandovi scusa per la mia assenza causa salute zoppicante (in questo momento il termometro segna ancora 37.8°C) eccomi di ritorno tra voi!
Oggi voglio raccontarvi qualcosa di nuovo a proposito di un progetto che sto creando.

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Il fichu è un accessorio femminile, punto d’incontro tra stola, scialle e scalda-cuore, che fu simbolo di estrema eleganza e immancabile oggetto di moda dalla seconda metà del 1700 sino alla fine del 1800.
Li possiamo spesso osservare, fatti soprattutto di leggerissimi pizzi o tulle ricamati dei quadri di illustri personalità di quei tempi, ma fu soprattutto in epoca napoleonica e successivamente in epoca vittoriana che questo particolare accessorio conobbe l’apice della sua fama e spesso veniva lavorato a maglia.
Esistono diverse versioni di fichu (come potrete notare nel disegno qui sotto ad esempio, sono elencate le 6 costruzioni principali), ognuna creata a seconda di come verrà indossato lo scialle una volta ultimato, ma il punto comune di ogni modello è che il fichu va annodato o incrociato sul davanti. Proprio come avviene nella costruzione di uno scialle tradizionale la forma viene data dalla giusta distribuzione degli aumenti che viene ottenuta dalla proporzione tra misure che si vogliono ottenere, il tipo di punto prescelto da utilizzare e naturalmente come sempre ferri e maglie presenti nel campione.
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Il 5 marzo prossimo presso MisterLino a Parma porterò per la prima volta il mio corso MAGIE DI PUNTI TRAFORATI: LO SHETLAND LACE, durante la parte pratica del corso sarà proprio un modello in cui si incontrato pizzo shetland e fichu a farci da guida! Il Fichu che andremo a creare durante il workshop avrà una costruzione molto particolare, tipica dell’epoca vittoriana: partendo da tutte le maglie avviate per i nastri da annodare sul davanti e il collo, vengono distribuiti una serie di aumenti sulla parte del centro dietro; successivamente vengono chiuse le maglie di uno dei due nastri da annodare e si crea la banda a pizzo (completa di bordino) che viene a mano a mano agganciata sulla parte centrale [vi assicuro, è più semplice capirlo eseguendo lo scialle!]
Vi ho incuriosito…bene! Non perdetevi allora i prossimi post sulla mia pagina facebook!

Kephren’s Patterns da oggi su Ravelry!

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Amici ed amiche followers, da oggi sul mio Ravelry Store potrete trovare in vendita i miei nuovi patterns KEPHREN GUANTI e KEPHREN COLLARE.
In occasione del  lancio di questo “regale” set per tutto il week-end, dalle 0.00 di oggi venerdì 15 gennaio alle 23.59 di domenica 17 gennaio 2016 utilizzando il codice promozionale KeP-1 potrete acquistare entrambi i pattern al -50% di sconto!

KEPHREN GLOVES sono un paio di caldissimi guanti dal design essenziale, elegante e regale! La costruzione anatomica del guanto a 5 dita è classica, bottom-up, ma reso particolare dalla lavorazione a punto rovescio, impreziosito sul dorso da una treccia che prende ispirazione dai geroglifici egizi.
KEPHREN COLLARE è un simpatico, particolare collo che prende ispirazione dai collari indossati dai Faraoni nell’antico Egitto, perfetto per essere indossato sotto giacche o maglioni con scollo a V, e soprattutto da abbinare agli omonimi guanti!
Il collo è lavorato top-down, in un unico pezzo, con una costruzione molto simile a quella dell’inizio di un maglione, impreziosito dal motivo a trecce geroglifiche nella parte alta, ed un “medaglione” sulla parte centrale bassa in cui propongo un motivo a “scarabeo sacro”.

I guanti ed il collare Kephren sono stati ideati per essere lavorati con due fiati straordinari e preziosi: La versione maschile in CAMEL di LaneCardate, la versione femminile i CASMERE QUEEN di Shoppel Yarn!

Kephren, Il giorno del Faraone

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Amici ed amiche, gennaio è tornato; il che mi ricorda che oltre a dover pagare il canone RAI, si ricomincia dopo la breve pausa natalizia con i corsi e workshop!
Avrò l’onore di aprire la stagione corsi 2016 dalla cara amica Luisa presso la sua famosa knit-house Unfilodì il 9 gennaio prossimo con un workshop un po’ particolare!
Protagonisti del corso saranno ancora una volta i guanti a 5 dita, durante tutta la lezione teorica infatti insegnerò ai miei allievi ed allieve l’anatomia e la costruzione passo passo dei guanti per svelarne, come titola la dispensa che ho scritto, tutti i trucchi e i segreti per lavorarli.
Durante il pomeriggio saranno inoltre presentati in esclusiva da Unfilodì i miei due nuovi pattern KEPREN GUANTI e COLLO!
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I Kephren Gloves sono un paio di caldissimi guanti dal design essenziale, elegante e regale. La costruzione anatomica del guanto a 5 dita è classica, bottom-up, ma reso particolare dalla lavorazione a punto rovescio, impreziosito sul dorso da una treccia molto particolare che prende ispirazione dai geroglifici egizi. Insieme a questi particolarissimi guanti presenterò in abbinato il Collare Kephren, un simpatico, particolare collo che prende ispirazione dai collari indossati dai Faraoni nell’antico Egitto, perfetto per essere indossato sotto giacche o maglioni con scollo a V, e soprattutto da abbinare agli omonimi guanti!
Il collo è lavorato top-down, in un unico pezzo, con una costruzione molto simile a quella dell’inizio di un maglione, impreziosito dal motivo a trecce geroglifiche nella parte alta, ed un “medaglione” sulla parte centrale bassa in cui propongo un motivo a “scarabeo sacro”.

Entrambi i pattern Kephren sono stati ideati per essere lavorati con due fiati straordinari e preziosi: La versione maschile in CAMEL di LaneCardate , la versione femminile i CASHMERE QUEEN di Shoppel Wolle.

Per info sul work-shop e prenotazioni potete visitare QUESTO LINK.
Per chi invece non potrà partecipare al corso, nessuna paura, entrambi i modelli saranno acquistabili sul mio Ravelry Store dal 15 gennaio 2016!