Ricordi di Famiglia

il mondo di Ivan

La famiglia è la patria del cuore.

Così scrisse Giuseppe Mazzini, e non credo esista una frase più bella per definirla.

WP_20150506_11_45_18_Pro

Per molti anni durante la mia adolescenza, così come capita a molti penso, ho soltanto desiderato allontanarmi dalla piccola città in cui ero cresciuto, ed ora ormai adulto e abitante della grande Milano, sorrido quando ripenso a questo paesone affacciato sul mare.

Ogni volta che varco gli Appennini, e dopo infinite gallerie raggiungo Savona il cuore fa un balzo, così come lo fa ogni volta che riapro la porta di casa e mi ritrovo circondato dai profumi e i ricordi della mia vita. Mi piace moltissimo, quando rimango solo, aprire l’armadio, tirare fuori quelle scatole di biscotti dove sono custodite a centinaia le fotografie che raccontano non soltanto la mia, ma la storia delle persone che sono state e sempre saranno la mia famiglia.

Oggi ho deciso di condividere con voi questo momento, perché ciò che sono e ciò che faccio è soltanto il resoconto di tutto quello che mi è stato dato: Perché potrà essere una chiassosa, strana, creativa e mangiona famiglia italo-greca, ma è la mia, e non la scambierei col più grande tesoro del mondo.

Ivan

OFF TOPIC: Na tazzulella e Cafe!

il mondo di Ivan, Ricette di Ivan

moka

Purtroppo in questi giorni la sciatica proprio non vuole lasciarmi in pace, ma per fortuna ci sono persone che passano a farmi visita!

La mia cara amica Dory qualche giorno fa è tornata da Napoli con due doni assai graditi per consolarmi un po’ dal mio malessere: I taralli ed una fantastica moka napoletana!

Chissà perché ma da sempre ho l’immagine romantica di un terrazzo affacciato sul mare, una caffettiera fumante che sprigiona il suo profumo nell’aria…colpa forse di De Filippo! Fatto sta che ne ho sempre desiderata una…ed ora la ho!

Ma cos’è e come funziona una caffettiera napoletana?

cuccumella ( così chiamata in napoletano) è un tipo di caffettiera Inventato dal francese Morize nell’800 che si è poi diffusa in tutta Italia, utilizzata per la preparazione casalinga del caffè, surclassata a metà del XX secolo dalla nascita della MOKA, più veloce e semplice nell’utilizzo.

Preparare il caffè con la napoletana richiede infatti circa 10 minuti, ma l’attesa ci premia donandoci un’esperienza gustativa ed olfattiva incomparabile…questa “macchinetta”  infatti riesce ad estrarre più sfumature dell’aroma del caffè che risulta più rotondo nel gusto.

wp_20150314_13_33_35_pro (2)La napoletana è composta da varie parti:

  • il serbatoio dell’acqua dotato di manico e di un piccolo foro sul lato in alto (A).
  • il contenitore del caffè dove si mette il caffè macinato di grana media (B).
  • il filtro che si avvita sul contenitore del caffè e fa sì che non restano residui nella bevanda pronta (C).
  • il serbatoio per il caffè dotato di manico e beccuccio (D). Questo beccuccio è sempre tenuto rivolto verso il basso durante la fase della preparazione del caffè.

Per la preparazione si incomincia con riempire il serbatoio d’acqua fino a circa 5 mm sotto il forellino posto in alto. Poi si posiziona il contenitore del caffè e si riempie con caffè macinato senza pressare. Avvitare quindi il filtro e mettere insieme i due serbatoi con i manici corrispondenti. State attenti a non far uscire l’acqua!
Mettiamo sul fuoco non troppo alto ed aspettiamo che l’acqua raggiunga l’ebollizione (1). Quando succede una sottile striscia di vapore uscirà dal forellino ed è tempo di girare la caffettiera! Quindi afferriamo saldamente entrambi i manici e giriamo la moka(2). In questo modo l’acqua scenderà attraverso il filtro e si raccoglierà nel serbatoio del caffè. Munitevi di pazienza, il caffè per scendere completamente mette dai 5 ai 10 minuti. Passato questo tempo potete godervi un buon caffè napoletano tradizionale.

Farine, Lana Cornigliese, filati vintage e tanto caffè alla lavanda e chiacchiere!

Conferenze, il mondo di Ivan

Dal titolo di questo post si può forse definire la formula matematica che da come risultato la giornata perfetta!
Ieri insieme al mio compagno Mattia siamo partiti da Milano armati di computer e tanto cibo alla volta di Parma, dove dopo tanto lavoro e attesa emozionante, ho finalmente esordito con la mia conferenza “Gli Stili della Maglia Anglosassone”.
La città si è rivelata essere un luogo dalle mille bellezze ed attrazioni turistiche, ricca di storia, profumi ed arte rinascimentale da togliere il fiato, il tutto unito all’ospitale e simpatico carattere degli abitanti dell’Emilia Romagna.

Dopo un magnifico giro nella bella Parma ci siamo diretti al Barilla Center, precisamente nel café/knit house MiSTERLiNo OFFICINA LANA CAFFE’ dove alle 15.00 in punto ho cominciato la mia chiacchierata sul’Aran, il gansey, il fair isle ed il pizzo shetland! Il pubblico è stato inaspettatamente numeroso, ma soprattutto attento e partecipe con numerose domande e curiosità che hanno arricchito la conferenza.

Soprattutto mi hanno sorpreso i numerosissimo doni che mi sono stati portati da alcune delle mie più affezionate followers e che mi hanno riempito di gioia.

Insomma, la chiave di una conferenza di successo, non è solo il contenuto della chiacchierata stessa, ma la fortuna di avere un pubblico appassionato come quello di ieri!
Grazie di cuore

Ivan

SEMI- OFF TOPIC: E’ L’ANNO DELLA PECORA!

il mondo di Ivan

Carissimi e Carissime followers, non so se lo sapevate ma ieri, 18 febbraio 2015, secondo l’oroscopo cinese siamo entrati ufficialmente nell’anno della pecora!

Lambert-the-lamb

Sarà dunque un anno propizio per noi knitter e amanti della lana?! Sarà forse il mistico anno in cui molti dei lavori in sospeso vedranno finalmente la luce in fondo al tunnel?!

Io per cominciare propiziamente l’anno della pecora ho appena partorito un nuovo progetto: Da oggi GLI INTRECCI DI IVAN sbarca anche su INSTAGRAM, dove potrete seguire in diretta lo sviluppo fotografico dei miei progetti!

Per festeggiare insieme queste due novità vi faccio un presente: Dal bellissimo sito Amigurumipatterns.net un fantastico free pattern di una pecorella amigurumi simpaticissima (che vedete nella foto sopra, creata dalla collega uncinettara All About Ami) che potrete scaricare: QUI

Ivan

Il Chiacchierino: Storia di un pizzo da lavorare in “leggerezza”

Chiacchierino, il mondo di Ivan

In oriente è Makouk. In Inghilterra viene chiamato Tatting, in Francia Frivolitè, in Germania Schiffshenarbeit (perchè il tedesco sembra sempre una parolaccia?)… Da noi è conosciuto come Chiacchierino, forse il merletto più conosciuto insieme al tombolo nel nostro paese.

????????????????????Mi sono avvicinato a questa tecnica  due anni fa, quando per caso ho conosciuto i gruppi di facebook Quelli che adorano il chiacchierino e Il Tatting delle Fate, dove ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscere due bravissime insegnati (Consuelo Piras e Anna M. Letizia Giachino) che mi hanno iniziato a questa stupenda arte. Non è una tecnica semplicissima, soprattutto quella a navetta; ma acquisita una certa manualità da risultati sorprendenti.

IL CHIACCHIERINO: CHE COS’E’?

Il Chiacchierino è fondamentalmente un merletto costruito con una serie di anelli e archetti. E’ un pizzo da decorazione adatto a bordure e viene spesso utilizzato per rifinire centrini, tende e colletti. Caratteristici di questa tecnica sono occhielli e archi di filo ricoperti da nodi (che danno un effetto visibile simile alla maglia bassa dell’uncinetto) e i pippiolini, piccole sporgenze che formano elementi decorativi, utilizzati anche per la costruzione dei motivi che creano la struttura del pizzo stesso.

LA STORIA

principessa-adelaide-2247346_0x420Le origini di questa lavorazione si perdono, così come per le leggende, nella notte dei tempi.

I primi esempi riconosciuti della diffusione di questa arte manuale però li ritroviamo nella Francia a cavallo tra il 1600 e il 1700, dove tra le dame di corte nacque la moda di lavorare questo merletto a navette, che veniva creato in leggerezza, chiacchierando, da qui forse nacque anche il termine “Frivolité” (frivolezza appunto)

Negli anni successivi, il chiacchierino divenne una vera moda, tant’è che molti di questi pizzi cominciarono ad essere applicati su abiti, lenzuola ed asciugamani nei corredi, conoscendo il suo periodo di massimo splendore durante l’Epoca Vittoriana, quando la lavorazione fu esportata in un tutta europa e da qui nel mondo.

In Italia il pizzo chiacchierino, nell’800 lavorato soprattutto dalle suore nei conventi, vivrà un’epoca di particolare successo popolare nel periodo tra le due guerre mondiali, quando le donne di casa preparavano i corredi matrimoniali, e soprattutto i colletti creati con questa tecnica venivano applicati agli abiti di gran moda.

Da qualche anno questa tecnica, in passato subissata da maglia e uncinetto e quasi scomparsa, sta reclamando il suo posto nel mondo del cucito, non più come semplice elemento decorativo per corredi, ma come gioiello da indossare. Sulla base del chiacchierino si sono create altre forme di “arte” come l’ ankars che arricchisce gli schemi del chiacchierino con l’aggiunta di perline e strass in vari colori, il chiacchierino celtico, e molto altro ancora.

Per chi volesse approfondire l’argomento storico di questo merletto consiglio due bellissimi libri vintage (entrambi pubblicati nel1984): History of Lace (Dover Pubns; Rev Enl edizioni) e Tatting: Technique and History (sempre Dover Publications, anche in versione digitale)

Con la speranza di avervi come sempre incuriosito, e di farvi avvicinare al mondo di queste arti che amo, vi aspetto in uno dei miei prossimi articoli dove comincerò a trattare delle TECNICHE DEL CHIACCHIERINO, e vi lascio con alcune immagini di miei lavori!

Ivan