UGLY CHRISTMAS SWEATERS: dagli anni ’80 con furore!

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Io sono un figlio degli anni ’80, e di quella decade non dobbiamo ricordare solo il matrimonio di Lady Diana, MTV e le spalline. Furono anni di eccessi per quanto riguarda la moda ed i tagli di capelli, e ciò si rispecchiò anche nel nostro amato mondo della maglia!
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CHRISTMAS JUMPER o UGLY CHRISTMAS SWEATERS nacquero proprio negli anni ’80 nel Regno Unito, a seguito dell’apparizione di questi maglioni in alcuni programmi televisivi dell’epoca, divennero (per usare un termine moderno) immediatamente virali, soprattutto negli U.S.A., dove vennero adottati come abbigliamento tradizionale per le famose foto di famiglia da inviare a parenti ed amici come cartolina di auguri natalizi.

Nel 2001, grazie al divertente film (chi di noi non lo ha mai visto almeno una volta) Il diario di Bridget Jones, il maglione di natale si ritrovò al centro di un rinnovato successo, diventando una specie di icona moda per tutti i due decenni successivi, per giungere sino a noi.

Il Christmas Jumper, rigorosamente da indossare tra il 1° ed il 31 dicembre,  è un maglione spesso in costruzione bottom-up, ricchissimo di disegni stranded, intarsia o jacquard che tradizionalmente spiccano nei colori tipici del Natale (rosso, verde, oro, argento e blu). La parola d’ordine per questi maglioni è ESAGERAZIONE. Spesso a questi maglioni vengono aggiunti campanelli, luci led, striscioni per albero di natale, pom-pom o comunque se si vuole rimanere più sobri si va a ricercare nel tema dei disegni qualcosa per stupire: satira politica o religiosa, film o giochi famosi dell’anno, serie televisive e chi più ne ha più ne metta!

IL CHRISTMAS JUMPER DAY PER SAVE THE CHILDREN

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Il 15 DICEMBRE 2017 prossimo, si rinnova per la seconda edizione in Italia il CHRISTMAS JUMPER DAY di SAVE THE CHILDREN, un’iniziativa benefica della nota onluss alla quale tutti possiamo partecipare registrandoci sul loro sito.
Questa iniziativa prevede di organizzare, in pieno stile anglosassone, una festa di Natale (perfetta magari per unire all’occasione uno Stitch&Bitch) dove indossare un Christmas Jumper e cogliere l’occasione per raccogliere fondi da donare a Save the Children.

I MODELLI GRATUITI SU RAVELRY ED I MAGLIONI DA ACQUISTARE SU AMAZON

Come nella migliore tradizione del Regno durante gli anni 80-90, il Christmas Jumper è un regalo simbolo da fare o da farsi a Natale tra amici e parenti, per essre poi indossato all’immancabile cena del 24 dicembre. A questo punto non potete proprio più vivere senza il vostro UGLY CHRISTMAS SWEATER?

Su Ravelry potrete trovare due ebook creati da KnitPics da scaricare gratuitamente: The Best of the Worst: Ugly Sweaters 2014The Best of the Worst: Ugly Sweaters 2015 su questi ebook potrete trovare le istruzioni per creare a maglia diversi divertenti modelli di questo maglioni da indossare per le feste.

Non avete il tempo necessario per creare il Christmas Jumper dei vostri sogni da regalare o da regalarvi per queste feste? Nessun timore, AMAZON tentatore ci aiuta ancora una volta con tantissimi modelli già confezionati pronti solo per essere sfoggiati!
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Il Cricket Sweater: un classico intramontabile della moda maschile

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Chi mi conosce bene ormai lo sa, io sono un fanatico ammiratore di tutto ciò che riguarda quel periodo storico che intercorre tra l’epoca vittoriana, passando per quello edoardiano sino ad arrivare ai primi anni ’30 del secolo scorso. Qualche giorno fa, guardando la terza serie della celeberrima serie Downton Abbey, il mio occhio da designer è stato colpito dalla bellezza ed eleganza assoluta dei maglioni indossati da alcuni degli interpreti durante una partita di cricket…un tripudio di trecce e colori tenui che mi ha fatto incuriosire…e dopo qualche ricerca è nato questo articolo che dedico a tutti quelli che come me, proprio non possono fare a meno dell’eleganza un po’ retrò.
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Il maglione da cricket, “figlio” del più semplice e vittoriano maglione da tennis,  è un elegante, formale pullover distintamente maschile che molto spesso ci è capitato di vedere tra le vetrine in centro, o indossato da qualche ignaro passante accanto a noi.
Questo tipo di maglione classico segue dei dettami ben precisi nella sua costruzione: lavorato bottom-up in circolare, lo possiamo trovare in versione pullover o gilet ma in entrambi i casi lavorato con filati in lana merino (per l’inverno) o cotone (per l’estate), dai colori chiari come avorio, crema o bianco  per far risaltare la texture a trecce che possono variare dalle semplici colonne di torciglioni o motivi Aran più complessi, ed in ogni caso sempre con sprone della manica tondo e scollatura a V, dove si presentano alcune bande a colori che potrebbero ripetersi anche sulle coste di avvio e del bordo dello sprone o polsino della manica.
Tennis-Cable-Knit-V-neck-Sweater-Apparel-Arts-1936Grazie alle molte fotografie e pubblicazioni arrivate sino a noi, sappiamo che la diffusione di questo tipo di abbigliamento sportivo si cominciò a diffondere in Gran Bretagna nei primi anni ’20, come pullover per gli sport invernali, complice e colpevole come sempre l’allora principe di Galles, futuro re ed abdicatore Edoardo VIII, che apparve ad una partita di golf nel 1924 indossando uno di questi maglioni, e naturalmente fu subito moda, raggiungendo l’apice della fama negli anni ’30 tra tutti i signori al di qua ed al di la sia della manica, sia dell’Atlantico.
Diventato capo di maglieria casual durante gli psichedelici anni ’70, questo maglione si è insinuato nella moda classica maschile, indossato in maniera più elegante con camicia e cravatta (se si è particolarmente ricercati, con foulard e camicia) o semplicemente con jeans e maglietta. Certo è che questo maglione è, e sempre rimarrà una intramontabile lavorazione a maglia perché, come disse Coco Chanel “La moda va fuori moda, lo stile mai“.

Vi ho incuriositi? Volete provare a realizzare un elegante maglione da cricket? Ecco su RAVELRY alcuni modelli che potrebbero essere d’ispirazione!

Lady Diana: Icona di stile anche per la maglia negli anni ’80

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Oggi ricorre un triste anniversario.
Ricordo ancora quando 20 anni fa, ero appena un bambino di 9 anni, mi cadde la forchetta di mano sentendo annunciare al TG5 “Diana, Principessa del Galles si è spenta a Parigi a seguito di un tragico incidente automobilistico”.
Ancora oggi dopo tanto tempo quella donna semplice che aveva osato sfidare la corona inglese con la sua modernità viene ricordata da moltissime persone in tutto il mondo, sia per la sua vita, le sue opere umanitarie ma anche come grande icona di stile.
Lady D lasciò la sua impronta non solo nel mondo dell’haute couture, ma anche nel mondo della maglia.
Con questo articolo voglio dare il mio modesto tributo a memoria di questa grande donna, che seppe nella sua breve vita, toccare il cuore del mondo intero.
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La principessa era indubbiamente bellissima, e di questo la stampa e soprattutto gli obbiettivi dei fotografi se ne accorsero subito.
Era il 1982, quando Diana, novella sposa del principe Carlo, e già idolo delle masse, venne fotografata con indosso uno dei regali di nozze che ricevette durante il suo viaggio in Australia, il famoso “Kohala Jumper” della designer Jenny Kee (oggi esposto al Powerhouse Museum di Sydney)…. inutile dirlo fu subito moda, e la designer venne letteralmente bombardata di richieste da tutto il mondo per avere modelli uguali a quello della Principessa.  Quello fu solo il primo di una lunga serie di maglioni che Lady D sfoggiò nel coso di quel decennio e che divennero un vero e proprio stile che caratterizzò la maglia negli anni ’80 rilanciando diverse tecniche come quello della maglia “Australiana” ed il “Desert Designs” ispirati alla natura aborigena e selvaggia del Quinto continente, l’Armenian Knitting, lo stile Andino.

TRE PATTERN GRATUITI DA RAVELRY

La moda spesso è ripetizione, è un dato di fatto, ed alcuni tra i modelli indossati da Lady D. negli anni ’80 sono ancora oggi attualissimi ed indossabili.
Tra i molti maglioni indossati dalla Principessa Diana, oltre al  Kohala Jumper, due modelli in particolare catturarono l’attenzione della stampa mondiale: il BLACK SHEEP SWEATR  delle designer Joanna Osborne e Sally Muir che Lady D. indossò nel 1984 e della quale venne pubblicato per la prima volta il modello sulla rivista “Woman Magazine” riscuotendo un enorme successo,  e il PERUVIAN SWEATER indossato da Diana durante un’intervista al fianco del Principe Carlo.
Il terzo pattern è il COWICHAN SWEATER, una coppia di maglioni (uno da uomo, ed uno da donna) realizzati dalla designer Marjorie Peter su commissione del governatore della British Columbia come regalo di nozze per la coppia regale.
Tutti i modelli, se avrete il piacere di ricrearli, sono disponibili per il download gratuito su Ravelry.
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La macchina da cucire: storia di un capolavoro di meccanica

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Oggigiorno siamo abituati a tutte le comodità della tecnologia: per rimanere informati ci basta digitare sulla tastiera di un pc o uno smartphone e siamo subito collegati al mondo, se non abbiamo voglia di cucinare ci sono futuristici robot da cucina che possono preparare interi pasti per noi, per non parlare poi di lavatrici e lavastoviglie che ci hanno semplificato la vita… e così è anche per noi amanti del cucito ed hobbysti con la macchina da cucire!

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I primi tentativi di creare una macchina da cucire risalgono addirittura al XVIII secolo, ed i primi brevetti furono quelli di Fredrick Wiesenthal nel 1755 che inventò una macchina con un ago a due punte ed una cruna nel mezzo, e di  Thomas Saint nel 1790 che ne realizzò una in grado di produrre il punto catenella.
Questi primi apparecchi erano naturalmente azionati a manovella, e richiedevano una certa abilità in chi li usava per ottenere cuciture di buona qualità.

Nella prima metà del XIX secolo le macchine da cucire cominciarono ad evolversi, W. Hunt nel 1832 brevettò la cucitrice meccanica a due fili, E. Howe 14 anni più tardi ne brevettò una con funzionamento meccanico simile a quella del collega ma orizzontale.

Ma fu nel 1850 dal genio di Isaac Merrit Singer, fondatore l’anno successivo appunto della SINGER, che nacque la “macchina da cucire moderna”, un capolavoro di meccanica: La nuova macchina utilizzava un ago diritto e una navetta trasversale che creano insieme un punto annodato, presentava un braccio sospeso, un piano su cui appoggiare il capo in lavorazione, un piedino che ancorava il tessuto per evitare che venisse trascinato in alto dal moto dell’ago, e una ruota per il trasporto del tessuto che sporgeva da un’apertura nel piano di lavoro, il tutto azionabile a mano o a pedale.
In Italia la prima macchina da cucire venne prodotta dalla Salmoiraghi nel 1877
Da allora in molti lavorarono sul progetto di Singer, ed Il perfezionamento della macchina per cucire ha, in seguito, permesso di meccanizzare anche operazioni quali: ricamo, soprafilo, imbastitura, rammendo, cucitura dei bottoni, occhiellatura; trasformando la macchina primitiva nella macchina moderna della quale oggi probabilmente non sapremmo proprio fare a meno.

L’impiego della macchina per cucire ha velocizzato la produzione  di indumenti e telerie ed aumentando la  produttività ha fatto abbassare il costo della produzione degli abiti favorendo la creazione dei primi nuclei dell’industria delle confezioni in serie.

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Regali d’angora nelle uova di Pasqua: il genio di Luisa Spagnoli

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Erano i primi dello scorso febbraio quando su Rai 1 trasmisero la miniserie Luisa Spagnoli, basata proprio sulla biografia della famosissima ed intraprendete donna che mise su da una confetteria la Perugina e fu ispirazione al figlio per il marchio d’abbigliamento Luisa Spagnoli, entrambi marchi ancora oggi conosciuti nel mondo!

Luisa fu senza dubbio una donna ammirevole, femminista prima del femminismo, intraprendente e sicuramente “sfacciata” al punto giusto da affrontare il mondo a testa alta. Fu la prima ad esempio a creare delle nursery all’interno della propria fabbrica, ad assumere operaie anche dopo la prima guerra mondiale ed a inventare veri e propri miti della cioccolateria italiana quali ad esempio i Baci Perugina.
Tra le tante passioni della Spagnoli c’era anche quella per gli animali, in particolare per gli allora quasi sconosciuti in Italia conigli d’angora. Affascinata dalla loro morbida pelliccia, cominciò ad allevare questi conigli negli anni ’20, e cominciò a studiare un metodo per ottenere un filato che fosse abbastanza resistente per essere lavorato a maglia. Fu proprio Luisa, unendo sia il fiuto per gli affari  e comprendendo la potenzialità del filato, morbido come il cashmere  che però non poteva essere importato se non a prezzi esorbitanti (ricordiamoci che in quegli anni in Italia vigeva l’Autarchia), mise a punto un metodo particolare per la filatura ad arcolaio dell’angora, che partiva dalla pettinatura del coniglio anziché la tosatura (metodo che non solo protegge di più l’animale, ma che rende molto più materiale da filare).
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Fu da questa idea che nel 1937 debuttò sul mercato autarchico italiano una nuova azienda, l’ ANGORA LUISA SPAGNOLI. Luisa purtroppo non la vide mai nascere, morì infatti nel ’35 a causa di un tumore alla gola, ma fece per fortuna in tempo, nei primi anni 30, con un altro colpo del suo infallibile genio per gli affari, ad unire la sua passione per la cioccolata a quella per il filato.

Nei primi anni ’30, un uovo di cioccolato era senza dubbio un regalo prezioso da fare sia ai bambini, sia tra fidanzati. Il genio di Luisa Spagnoli fu quello di inserire calzine, guanti, cuffiette come “cadeaux” all’interno delle uova pasquali, facendole diventare così “un regalo prezioso dentro ad un altro regalo prezioso”.

Fu proprio grazie a questa idea che il marchio Angora Spagnoli, e soprattutto il filato ricavato da questi morbidissimi conigli raggiunsero in Italia il successo e il “nome” che ancora oggi, a distanza di tanti anni, ancora non sfiorisce.

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