Il Cricket Sweater: un classico intramontabile della moda maschile

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Chi mi conosce bene ormai lo sa, io sono un fanatico ammiratore di tutto ciò che riguarda quel periodo storico che intercorre tra l’epoca vittoriana, passando per quello edoardiano sino ad arrivare ai primi anni ’30 del secolo scorso. Qualche giorno fa, guardando la terza serie della celeberrima serie Downton Abbey, il mio occhio da designer è stato colpito dalla bellezza ed eleganza assoluta dei maglioni indossati da alcuni degli interpreti durante una partita di cricket…un tripudio di trecce e colori tenui che mi ha fatto incuriosire…e dopo qualche ricerca è nato questo articolo che dedico a tutti quelli che come me, proprio non possono fare a meno dell’eleganza un po’ retrò.
Episode 8 of Season 3 1

Il maglione da cricket, “figlio” del più semplice e vittoriano maglione da tennis,  è un elegante, formale pullover distintamente maschile che molto spesso ci è capitato di vedere tra le vetrine in centro, o indossato da qualche ignaro passante accanto a noi.
Questo tipo di maglione classico segue dei dettami ben precisi nella sua costruzione: lavorato bottom-up in circolare, lo possiamo trovare in versione pullover o gilet ma in entrambi i casi lavorato con filati in lana merino (per l’inverno) o cotone (per l’estate), dai colori chiari come avorio, crema o bianco  per far risaltare la texture a trecce che possono variare dalle semplici colonne di torciglioni o motivi Aran più complessi, ed in ogni caso sempre con sprone della manica tondo e scollatura a V, dove si presentano alcune bande a colori che potrebbero ripetersi anche sulle coste di avvio e del bordo dello sprone o polsino della manica.
Tennis-Cable-Knit-V-neck-Sweater-Apparel-Arts-1936Grazie alle molte fotografie e pubblicazioni arrivate sino a noi, sappiamo che la diffusione di questo tipo di abbigliamento sportivo si cominciò a diffondere in Gran Bretagna nei primi anni ’20, come pullover per gli sport invernali, complice e colpevole come sempre l’allora principe di Galles, futuro re ed abdicatore Edoardo VIII, che apparve ad una partita di golf nel 1924 indossando uno di questi maglioni, e naturalmente fu subito moda, raggiungendo l’apice della fama negli anni ’30 tra tutti i signori al di qua ed al di la sia della manica, sia dell’Atlantico.
Diventato capo di maglieria casual durante gli psichedelici anni ’70, questo maglione si è insinuato nella moda classica maschile, indossato in maniera più elegante con camicia e cravatta (se si è particolarmente ricercati, con foulard e camicia) o semplicemente con jeans e maglietta. Certo è che questo maglione è, e sempre rimarrà una intramontabile lavorazione a maglia perché, come disse Coco Chanel “La moda va fuori moda, lo stile mai“.

Vi ho incuriositi? Volete provare a realizzare un elegante maglione da cricket? Ecco su RAVELRY alcuni modelli che potrebbero essere d’ispirazione!

Blücher: my new pattern on Ravelry

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ENG Blücher, the knitted hat that will whinny your hair! The pattern is now on my RAVELRY STORE

Taking inspiration from the immortal character of Frau Blücher, personate by Cloris Leachman in the 1974 Mel Brooks movie “Young Frankenstein”, this unisex cap is the perfect blend of the warm and soft recycled Amore160 wool by the italian filature Borgo de’Pazzi and the Bavarian Twisted-Stitches technique.

MATERIALS

  • 1 ball of AMORE160 wool by Borgo de’ Pazzi (1,7 oz – 174 yds ± 5%)
  • 1 circular needle US 5 (3,75 mm), at least 42” (80 cm) long, for magic loop or US 5 (3,75 mm) double point needles (in alternative to magic loop)
  • 1 stitch maker tapestry needle
  • 1 pom-pom maker (optional)

Using the cupon code “LUPO ULULI” from today to 31-10-2017 23:50 you can buy the pattern -50% off!!!!

 

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ITA Blücher, il cappellino a maglia che farà nitrire i vostri capelli! da oggi disponibile sul mio RAVELRY STORE!
Prendendo ispirazione per il nome dal’immortale personaggio di Frau Blücher, interpretato da Cloris Leachman nel film el 1974 di Mel Brooks “Frankenstein Junior”, questo capellino unisex è il connubio perfetto tra la calda e morbida lana reciclata Amore160 della filatura Borgo de’Pazzi e la tecnica Bavarian Twisted-Stitches.

Materiale:

  • 1 gomitolo di Amore160 Borgo de’Pazzi (50 gr – 160 mt ± 5%)
  • 1 ferro circolare 3,75 mm (o della misura necessaria ad ottenere la corretta tensione) con cavo da 80 cm per la tecnica del magic loop, o in alternativa gioco di ferri della stessa misura
  • 1 marcapunti
  • 1 pom-pom maker (facoltativo)
  • ago da lana e forbici

Utilizzando il coupon “LUPO ULULI” valido da oggi sino al 31.10-2017 alle 23:59, potrete acquistare il pattern con uno sconto del -50%.

Frau-Blucher

Recensione: Vampire Knits, una raccolta di modelli tenebrosi

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Halloween si avvicina, e quale miglior momento per lasciarsi ispirare dallo stile dark-gothic-punk? Come sempre girovagando su Amazon tentatore, la mia attenzione è stata catturata da questa raccolta di modelli, che ho deciso di recensire per voi!

vampirecopertinaVAMPIRE KNITS di Genevieve Miller (ed. Clarkson Potter – 2010) è una raccolta di 28 modelli creati dall’autrice insieme ad alcuni altri knit designer, ispirati al mondo oscuro dei vampiri dalla famosa Twilight Saga di Stephanie Mayer a Vampire Diaries, passando per True Blood, e per essere “to knitting from twilight to dawn”, ovvero per “essere lavorati dal tramonto all’alba”.

Il volume che si sviluppa in 144 pagine, tutte a colori e con foto accurate dei capi, è in lingua inglese, e dopo una breve introduzione dell’autrice, presenta 28 modelli , sia per uomo, sia per donna che unisex, che spaziano dal capo-spalla, al corsetto,  alle calze, al guanto che all’articolo per la casa.
Ogni modello è ben descritto, con spiegazioni chiare ed esaustive comprensibili anche a chi ha un inglese di base scolastica, anche se ahimè la mancanza dei grafici (se non quelli assolutamente necessari per i progetti stranded a più colori) si è fatta un po’ notare dal mio occhio di designer cinico e clinico . Questa mancanza è però, ripeto, compensata dalla semplicità delle spiegazioni dei singoli pattern.
Utile, anche se breve, l’autrice arricchisce il volume nella sua parte conclusiva con una piccola “scuola” per insegnare alcune delle tecniche speciali che vengono adottate su alcuni modelli (trecce,short-row, ricamo a punto maglia, ecc..). Interessante anche una tabella di conversione inc/cm, che può essere certo utile da tenere sottomano!

La raccolta di modelli è disponibile sia in versione cartacea al prezzo di 16 euro circa, sia in versione digitale per Kindle a circa 10 euro.

In conclusione VAMPIRE KNITS si merita un 8/10. E’ una raccolta di modelli interessante, non banale, elegante, che spazia nella scelta dei pattern, e che da quel tocco gothic che gli amanti del genere come me sicuramente apprezzeranno!
Della stessa autrice, da non perdere vi segnalo anche ONCE UPON A KNIT, ma quella è tutta un’altra storia (anzi fiaba), che merita una recensione tutta sua!
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Lady Diana: Icona di stile anche per la maglia negli anni ’80

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Oggi ricorre un triste anniversario.
Ricordo ancora quando 20 anni fa, ero appena un bambino di 9 anni, mi cadde la forchetta di mano sentendo annunciare al TG5 “Diana, Principessa del Galles si è spenta a Parigi a seguito di un tragico incidente automobilistico”.
Ancora oggi dopo tanto tempo quella donna semplice che aveva osato sfidare la corona inglese con la sua modernità viene ricordata da moltissime persone in tutto il mondo, sia per la sua vita, le sue opere umanitarie ma anche come grande icona di stile.
Lady D lasciò la sua impronta non solo nel mondo dell’haute couture, ma anche nel mondo della maglia.
Con questo articolo voglio dare il mio modesto tributo a memoria di questa grande donna, che seppe nella sua breve vita, toccare il cuore del mondo intero.
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La principessa era indubbiamente bellissima, e di questo la stampa e soprattutto gli obbiettivi dei fotografi se ne accorsero subito.
Era il 1982, quando Diana, novella sposa del principe Carlo, e già idolo delle masse, venne fotografata con indosso uno dei regali di nozze che ricevette durante il suo viaggio in Australia, il famoso “Kohala Jumper” della designer Jenny Kee (oggi esposto al Powerhouse Museum di Sydney)…. inutile dirlo fu subito moda, e la designer venne letteralmente bombardata di richieste da tutto il mondo per avere modelli uguali a quello della Principessa.  Quello fu solo il primo di una lunga serie di maglioni che Lady D sfoggiò nel coso di quel decennio e che divennero un vero e proprio stile che caratterizzò la maglia negli anni ’80 rilanciando diverse tecniche come quello della maglia “Australiana” ed il “Desert Designs” ispirati alla natura aborigena e selvaggia del Quinto continente, l’Armenian Knitting, lo stile Andino.

TRE PATTERN GRATUITI DA RAVELRY

La moda spesso è ripetizione, è un dato di fatto, ed alcuni tra i modelli indossati da Lady D. negli anni ’80 sono ancora oggi attualissimi ed indossabili.
Tra i molti maglioni indossati dalla Principessa Diana, oltre al  Kohala Jumper, due modelli in particolare catturarono l’attenzione della stampa mondiale: il BLACK SHEEP SWEATR  delle designer Joanna Osborne e Sally Muir che Lady D. indossò nel 1984 e della quale venne pubblicato per la prima volta il modello sulla rivista “Woman Magazine” riscuotendo un enorme successo,  e il PERUVIAN SWEATER indossato da Diana durante un’intervista al fianco del Principe Carlo.
Il terzo pattern è il COWICHAN SWEATER, una coppia di maglioni (uno da uomo, ed uno da donna) realizzati dalla designer Marjorie Peter su commissione del governatore della British Columbia come regalo di nozze per la coppia regale.
Tutti i modelli, se avrete il piacere di ricrearli, sono disponibili per il download gratuito su Ravelry.
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Ideare uno scialle a pizzo: 5 domande a cui rispondere per progettarli

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Qualche mese fa tenni due corsi dedicati al pizzo Shetland, una delle lavorazioni più amate dai knitters di tutto il mondo quando si vuole creare un capo per stupire, soprattutto quando si è alla ricerca di ispirazione per ideare e costruire uno scialle.

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Quando ci apprestiamo ad ideare uno scialle a pizzo (ma lo stesso vale per qualunque altro tipo di lavorazione come coperte, centri, stole e sciarpe), dovremmo iniziare il progetto porgendoci 5 domande fondamentali e dandovi risposta.  Per ogni progetto che ideerai, queste domande avranno risposte diverse. Creare uno scialle può sbizzarrire la fantasia: puoi usare qualunque filato ti piaccia, purché sia in armonia con la tecnica di lavorazione che scegli di eseguire (sia essa un semplice motivo, un pizzo Shetland o una lavorazione a perline), dandogli la misura desiderata eseguendo un campione e calcolando da qui le dimensioni.

QUALE FORMA DOVRA’ AVERE IL MIO SCIALLE?

Le forme di uno scialle sono essenzialmente 3: Triangoli, Quadrati e Cerchi; tutti gli altri tipi di sagomatura sono delle varianti o delle combinazioni tra queste tre forme.
Quando parliamo di lavoro a maglia, stiamo essenzialmente parlando di matematica e
geometria, e ciò lo ritroviamo in particolare proprio quando ci apprestiamo a lavorare uno
scialle. La forma base della geometria è il triangolo, infatti qualunque forma geometrica esistente ed ideabile, può essere ridotta semplicemente ad un insieme di triangoli che accostati creano la forma stessa. Un esempio: Un quadrato nella sua forma più semplice può essere formato da due o 4 triangoli.  Sulla base di questa regola, e con un minimo di esperienza di lavoro ai ferri, possiamo dunque dedurre che lavorando degli aumenti in corrispondenza delle diagonali, otterremo infine un quadrato lavorato a maglia, che possiamo semplicemente lavorare a legaccio e maglia rasata o arricchirlo con qualunque tecnica più ci aggrada.
Dobbiamo tener conto in ultima analisi che non tutti i tipi di pizzo vanno a braccetto con determinati tipi di costruzione, un esempio: Gli scialli a ferri accorciati non permettono lo sviluppo dei motivi traforati (se non sul bordo esterno).

QUALE FILATO USARE?

A questa domanda potete rispondere in migliaia di modi, perché in realtà il filato usato potrebbe essere alla base del vostro progetto. Bisogna temere conto innanzitutto di due cose: quale fibra e quale spessore, perché a seconda dello spessore del filato e della fibra di cui è composto il nostro scialle avrà un aspetto diverso (uno stesso scialle lavorato in alpaca e lavorato in seta non avrà lo stesso risultato estetico).
Per quanto riguarda lo spessore del filato vi consiglio di riflettere sull’utilizzo finale che volete fare del capo tenendo conto che più il filato sarà sottile più i motivi a pizzo saranno d’effetto, per quanto riguarda la composizione invece sbizzarrite la fantasia e soprattutto sperimentate e lavorate filati che vi piacciono, ottimi sono l’alpaca, lo yak, la merino, la shetland, la seta ed il lino.

QUALI MOTIVI O PUNTI INSERIRE NELLO SCIALLE?

Questa è forse la parte nella progettazione che più potrebbe darvi pensieri e grattacapi, ma che da anche libero sfogo ai più bassi istinti di ogni knitter!
Bisogna trovare il punto giusto che quadri con la forma scelta: Anche in questo caso bisogna affidarsi all’esperienza ed alla matematica perché tutto proceda nel modo più semplice.
In secondo luogo bisogna che filato e motivo scelti siano in armonia tra loro: Se il filato scelto è molto spesso oppure molto particolare dovremo scegliere punti più semplici che facciano risaltare le particolarità del filato stesso; non creare mai pattern che siano solamente trafori, ricorda di inserire sempre nello scialle delle parti piane perché aiuteranno a creare armonia e far risaltare le parti traforate!

QUALI FERRI USARE?

Filo sottile, Ferri grossi: questa é la parola d’ordine quando intendiamo lavorare un pizzo che deve risultare sottile e vaporoso come lo Shetland. Come detto in precedenza, un lavoro a pizzo è un lavoro “a buchi”, è importante dunque che questi trafori siano ben evidenti. Per un ottimo risultato lavorando il pizzo useremo indicativamente fili a 1, 2 massimo 3 capi (particolarmente adatti il 2 capi LACE ed il Cobweb 1 capo), lavorati con ferri più grandi rispetto a quelli che useremmo normalmente per una’altra lavorazione a maglia. Esempio: un filato lace che normalmente andrebbe lavorato con un 2 ½ – 2.75 mm, per creare un ottimo pizzo Shetland lo andremo a lavorare almeno con un 3.75 – 4 mm.

QUALE DIMENSIONE DOVRA’ AVERE LO SCIALLE FINITO?

La risposta a questa domanda influenzerà tutte le risposte delle quattro domande precedenti, ma è una scelta strettamente personale.
Innanzitutto la decisione della dimensione finale di uno scialle è influenzata dall’uso che saremo destinati a farne: uno scialle da lavoro ad esempio sarà più piccolo e meno ingombrante, uno scialle elegante da sera potrebbe avere dimensioni anche molto grandi!
Tenete conto che più il progetto sarà grande maggiore sarà la possibilità di creare ripetizioni di uno o più motivi, maggiore sarà la richiesta di filato e quindi la tempistica di lavorazione.

Rispondendo a queste cinque domande troverete sicuramente la via più giusta per creare da zero i vostri scialle a pizzo, e vorrei concludere questo lungo articolo con un ultimo consiglio: Sbizzarrite la fantasia cercando il connubio perfetto tra ispirazione e tecnica, spingetevi sempre un po’ oltre cercando di acquisire nuove tecniche, insomma  la parola d’ordine è: SPERIMENTARE!