Col caldo di questi giorni, non so voi, ma proprio non riesco nemmeno ad immaginare di prendere in mano un gomitolo di lana. Ho voglia di leggerezza, di qualcosa che mi faccia pensare al fresco, ed in estate proprio per questo motivo prediligo i lavori ad ago. Ho così ricordato che ancora nel mio blog non avevo citato la fantastica arte del ricamo, di cui sono un grande appassionato, e come potevo cominciare a parlarvene se non con il re di questa tecnica?
IL RICAMO AD INTAGLIO, ORIGINI E STORIA
Nasce nella Francia a cavallo tra XVI e XVII secolo come semplificazione del ben più elaborato Merletto Veneziano (di cui vi racconterò in un prossimo articolo). La leggenda vuole che fu il Cardinale Richelieu (il famoso “cattivo” per eccellenza dei romanzi di Dumas) avesse portato alla corte di Luigi XIII alcune valenti ricamatrici di Burano che inventarono per il monarca questo nuovo tipo di pizzo, che divenne subito di gran moda ornando abiti di dame di corte e tovaglie e tende dei saloni della nobiltà e non solo! Il ricamo ad intaglio, infatti, a differenza del pregiatissimo Merletto di Burano, era molto meno costoso nella realizzazione (soprattutto perché più veloce nella lavorazione), rendendosi così accessibile anche ai ceti meno abbienti della società, e diventando un vero e proprio cult sino alla fine dell’800. per alcuni decenni del 900 decadde, per ritornare ad essere apprezzato negli ultimi anni per la decorazione di tende, tovaglie, copriletti, asciugamani e capi di abbigliamento come colletti e camicette.
L’intaglio, a differenza di quello che credono molti principianti nell’arte del ricamo, è una tecnica piuttosto semplice. Si tratta di contornare il disegno stampato sulla nostra tela di cotone o lino con punto festone fitto (e prima con una filza scambiata se vogliamo realizzare il festone imbottito), arricchendolo con barrette e pippiolini dove richiesto. Una volta terminato il ricamo con un paio di forbici ben affilate, procediamo ad INTAGLIARE, ovvero ritagliare i pezzi di stoffa il più vicino possibile ai bordi festonati, dove richiesto dal disegno, così da ottenere i trafori. In un prossimo articolo vi illustrerò i vari passaggi in dettaglio per creare un ricamo ad intaglio perfetto.
TANTI NOMI, UN SOLO RICAMO
Grazie all’enorme popolarità che assunse questa tecnica, ben presto si diffuse in tutta Europa, assumendo nomi e particolarità diverse:
- Richelieu: in onore appunto del famoso cardinale, è la tecnica che più si è espansa in Francia, e prevede l’arricchimento delle barrette a punto festone con pippiolini
- Veneziano: Prende spunto dai disegni tipici del merletto di Burano, ricchi di composizioni floreali e foglie. I disegni vengono contornati da punto festone semplice o imbottito (ovvero con uno o due giri di filza sui contorni del disegno, prima di procedere col punto festone), le barrette vengono lavorate semplici e triple, con o senza pippiolino. Le parti interne del disegno invece vengono arricchite da punti di fondo o decorativi (punto rodi, principessa, punto pieno, punto raso, ecc..)
- Rinascimento: Il ricamo prende spunto dai disegni dei pizzi rinascimentali. I disegni del merletto, il cui effetto è molto traforato, sono contornati come sempre dal punto festone, mentre la parti esterne alle volute vengono unite da tante barrette che possono essere barrette semplici, triple o a ragnetto.
- Grosso Intaglio: si esegue su tessuti molto spessi e con filati di cotone piuttosto grossi e ritorti come il Perlè n.8 e il Perlé n.5, nella barretta viene aggiunto un anellino a punto vapore e le parti interne del disegno vengono riempite a punto piatto, punto lungo o retini di fondo.
- Intaglio su rete: il disegno è contornato dal punto festone mentre il fondo è costituito da un tessuto sfilato e ridotto a rete a sostituzione delle barrette
UN LIBRO INTERESSANTE SULL’ARGOMENTO
RICAMO A INTAGLIO: schemi e modelli per il più elegante dei ricami di G. Cristianini di Fidio e W. Strabello Bellini (Ed. Giunti Demetra – 2006) E’ forse il miglior libro in italiano sulla teoria e la tecnica del ricamo ad intaglio, insieme ai decalcabili e gli speciali di Mani di Fata editi da Canetta.
Il libro, come accade di rado nelle pubblicazioni italiane, ma come molti dei libri della collana Demetra, è ben spiegato, in modo semplice, con immagini chiare e dettagliate della lavorazione, rendendosi così un manuale chiaro e conciso adatto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’intaglio. Le immagini sono chiare ed a colori, ed anche moltissimi pattern da ricalcare, suddivisi in diversi gradi di difficoltà, per cominciare subito a mettere in pratica quanto imparato!
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Ivan